Percorrendo la sp 313, detta Ternana, con a sinistra il fiume Tevere e a destra l’entroterra montuoso, subito dopo Poggio Mirteto Scalo, vi apparirà sulla destra Poggio Catino, un piccolo borgo incastonato nei boschi dei Monti Sabini a 385 mt. slm, sovrastato da un’imponente torre di origine longobarda che si staglia bianca nel verde dei boschi.

Catino

Equidistante tra Rieti e Terni, Poggio Catino è attraversato da una strada panoramica, la sp.46 felice metà dei ciclisti, che collega il fiume Tevere a Rieti, alternativa alla ss Salaria, che passa sotto il Monte Tancia (1292 mt.). Il suo territorio è confinante con Poggio Mirteto, Forano, Cantalupo, Roccantica, Monte S. Giovanni e Salisano. Questo grazioso comune è costituito da due centri urbani vicinissimi tra loro: Catino e Poggio Catino, due antichi castelli le cui mura medioevali sono tutt’oggi visibili. IL paese offre un luminoso e ampio panorama sulla Valle Teverina e agli amanti della natura propone interessanti itinerari storici e naturalistici sul Monte Tancia alla scoperta di chiesette rupestri, antiche rocche sepolte dal tempo e ristoranti tipici che offrono sapori antichi.

Sull’origine di Poggio Catino non esistono dei riferimenti storici precisi. E’ certo che il centro urbano di Catino venne fondato verso la fine del VII secolo dai Longobardi del Ducato di Spoleto come avamposto strategico sul confine delineato dal fiume Tevere con il Ducato Romano; qui i Longobardi insediarono una fara (gruppo di guerrieri legati da vincoli parentali) costruirono una rocca con una torre di avvistamento per controllare il territorio e l’accesso alla strada. Poggio Catino venne fondato successivamente sul Monte Morione, per motivi di sovraffollamento del castello o castrum di Catino. Alla fine delle invasioni barbariche questo castello divenne un importante centro economico e amministrativo per le genti del territorio. Nel XI secolo venne sottomesso dall’ Abbazia di Farfa e per la prima volta mensionato in alcuni documenti farfensi (1072). Nel XII secolo diventa Libero Comune ma in realtà sarà sempre dominato da diverse famiglie potenti e dalla Chiesa nel corso della sua storia. Nel 1816 papa Paolo VII abolisce i diritti feudali e nello stesso anno l’ultimo barone di Poggio Catino, Giovan Battista Olgiati rinuncia alla giurisdizione baronale di Poggio Catino e Catino.

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